Un professore o un preside picchiati ogni due giorni. È questa la drammatica fotografia che emerge dagli episodi di violenza registrati nelle scuole italiane: 46 aggressioni in appena tre mesi. L’ultimo caso a Scanzano Jonico, dove un docente è stato aggredito da un genitore.
Il professor Giuseppe Lavenia, psicoterapeuta e presidente dell’Associazione Nazionale Dipendenze Tecnologiche, Bullismo e Cyberbullismo, interviene sull’emergenza: “Se i ragazzi non conoscono i limiti, la soluzione non è inasprire le regole o aumentare le punizioni. I limiti si imparano in famiglia, attraverso l’esempio degli adulti. Ogni volta che giustifichiamo un comportamento violento o, peggio, che siamo noi i primi a infrangere i confini del rispetto, trasmettiamo un messaggio pericoloso: ‘I limiti non contano’. E poi ci stupiamo se i nostri figli lo prendono alla lettera”.
Lavenia propone una riflessione coraggiosa anche sul ruolo dei genitori: “Forse dovremmo iniziare a parlare di percorsi di recupero per gli adulti, per aiutarli a riscoprire l’importanza di essere un modello positivo. Non possiamo pretendere che i nostri ragazzi rispettino le regole se siamo i primi a calpestarle”.
Secondo lo psicoterapeuta, il problema non si risolve in aula: “Non servono nuove regole o pene più severe. Serve tornare alle basi: educare al rispetto, al senso del limite e alla responsabilità. I ragazzi non hanno bisogno di muri più alti, ma di radici più profonde”