I Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA), nelle loro diverse espressioni, fanno parte della più ampia gamma dei Disordini Evolutivi, che possono manifestarsi nell’acquisizione delle abilità linguistiche, nell’apprendimento, nello sviluppo cognitivo (Vio et. Al, 2012).
Con il termine DSA ci si riferisce ai soli disturbi delle abilità scolastiche, e in particolare a: DISLESSIA, DISORTOGRAFIA, DISGRAFIA e DISCALCULIA.
Secondo le indicazioni della Consensus Conference (Milano, gennaio 2007) la principale caratteristica di definizione di questa “categoria nosografia”, è quella della “specificità”, intesa come un disturbo che interessa uno specifico dominio di abilità in modo significativo ma circoscritto, lasciando intatto il funzionamento intellettivo generale.In questo senso, il principale criterio necessario per stabilire la diagnosi di DSA è quello della “discrepanza” tra abilità nel dominio specifico interessato (deficitaria in rapporto alle attese per l’età e/o la classe frequentata) e l’intelligenza generale (adeguata per l’età cronologica), per cui quando parliamo di DSA, parliamo di sviluppo atipico o neurodiversità, di caratteristiche individuali e non di patologia. Il disturbo dell’apprendimento si manifesta in età evolutiva, quando emerge la difficoltà del bambino a sviluppare una capacità che per gli altri invece diventa progressivamente un automatismo, ed è modificabile con interventi specifici. Il bambino con DSA non perde una capacità già acquisita anche solo in parte: i DSA non sono conseguenze di traumi, blocchi educativi, psicologici, relazionali e non nascono dalla poca applicazione allo studio. Appare fondamentale conoscere e comprendere le caratteristiche di questi bambini e ragazzi per saper prendere in esame anche tutti quei fattori emotivi (Moè, De Beni &Cornoldi, 2007) che, entrando in gioco, possono incidere profondamente e possono causare una forte sofferenza emotiva che può manifestarsi dapprima con rabbia, aggressività, ritiro interiore e isolamento fino all’instaurarsi di veri e propri stati di ansia e depressione (AID,2010). Possono instaurarsi meccanismi psicologici che lo portano a percepirsi come inappropriato e inadeguato, aumentando anche il rischio di cadere in qualche forma di dipendenza.
- Comprendere le caratteristiche dei DSA;
- Saper riconoscerne le fragilità e il rischio ad esse correlato rispetto alle dipendenze tecnologiche;
- Promuoverne l’individuazione per permette di ridurre il disagio di tipo affettivo e sociale e di prevenire l’insorgenza di eventuali disturbi comportamentali;
- Fornire strumenti operativi per l’inclusione;
- Saper guidare i genitori nel leggere e comprendere la diagnosi.
Gli ultimi due anni scolastici sono stati caratterizzati dalla progressiva e rapida digitalizzazione della pratica didattica; alunni e docenti si sono dovuti reinventare all’interno delle proprie mura domestiche o nelle proprie classi, divisi tra Didattica a Distanza e Didattica Mista.
Grandi passi avanti sono stati fatti per dare alla scuola un’impronta più moderna e tecnologica, i ragazzi si sono adeguati e hanno trovato un nuovo modo di essere alunni: spesso connessi, fruitori e creatori di contenuti multimediali su pc, tablet e smartphone a scopo didattico.
Ma cosa ha comportato questa digitalizzazione? Tutti i ragazzi ne hanno beneficiato? Quali sono state le conseguenze di una costante esposizione digitale? Le categorie “didatticamente fragili” come hanno risposto? Quali strumenti, opportunità o criticità ha sollevato la DaD nei ragazzi con DSA o BES?
- Conoscere tecniche, possibilità ed eventuali rischi dell’utilizzo del digitale nelle difficoltà scolastiche.
- Riconoscere i rischi di sovraesposizione digitale in ragazzi con DSA , le potenzialità e i rischi delle piattaforme di meeting, quali soggetti sono più a rischio di sviluppare una dipendenza o una sovraesposizione
- Conoscere le principali applicazioni e software per facilitare e compensare le difficoltà e una base teorica riguardante ciascun Disturbo.