Roma, 23 ottobre 2023 – La recente indagine presentata a Roma dall’Associazione Nazionale Dipendenze Tecnologiche e Cyberbullismo (Di.Te) in collaborazione con la società italiana di pediatria condivisa svela un panorama inquietante: lo smartphone è diventato un componente sempre più invasivo nella relazione tra genitori e figli, a partire dalla più tenera età.
L’indagine, condotta nei primi sei mesi del 2023 ha coinvolto 2682 tra genitori, adolescenti e bambini. Nella fascia di età tra 0-4 anni, oltre la metà dei genitori usa lo smartphone durante le poppate o per lo svezzamento, e il 64% intrattiene i figli con dispositivi digitali durante il giorno. Un sorprendente 36% dei genitori riferisce di non raccontare più le favole della buonanotte ai propri figli nei primi tre anni di vita, sostituendole con applicazioni dello smartphone. E il 22% non canta più le ninne nanna, preferendo delegare questo compito agli assistenti vocali.
“Sostituire momenti preziosi come la lettura delle favole o il canto delle ninne nanna con dispositivi elettronici è una perdita inestimabile nel rapporto genitore-figlio“, afferma il Prof. Giuseppe Lavenia, Presidente dell’Associazione Di.Te. “La relazione madre-figlio, già nei primi momenti dell’allattamento, ha un valore fondamentale nello sviluppo psico-emotivo del bambino.”
Inoltre, nella stessa fascia d’età, il 41% dei genitori riferisce di calmare il bambino con lo smartphone quando piange o è arrabbiato. “Quando un bambino piange o si arrabbia e gli viene dato uno schermo come soluzione, non gli stiamo insegnando a gestire la frustrazione“, commenta Lavenia. “Questi sono momenti fondamentali nella formazione emotiva.”
Tra i bambini di età compresa tra 4-9 anni, il 91% dei genitori utilizza dispositivi per intrattenere i figli durante il giorno, con il 46% che utilizza questi dispositivi durante i pasti e il 39% prima dell’ora di dormire. Mentre, il 97% dei ragazzi tra 9-14 anni ammette di utilizzare i device durante la giornata, di questi, oltre il 70% prima di addormentarsi e un preoccupante 57% preferisce rimanere connessa online piuttosto che uscire all’aria aperta.
Lavenia avverte delle pericolose conseguenze fisiche e psicologiche: “Esponendo i bambini così presto ai device digitali, mettiamo a rischio il loro equilibrio psico-fisico. Dal punto di vista fisico, si rischiano problemi di postura, disturbi visivi e del sonno. La luce blu dei dispositivi può anche influenzare negativamente i ritmi circadiani.
Il messaggio è chiaro e urgente: è il momento di riflettere sul nostro rapporto con la tecnologia e considerare seriamente le sue implicazioni per la prossima generazione.
La priorità dovrebbe essere instaurare connessioni umane profonde, dando ai nostri figli l’attenzione che meritano, per evitare che altri bambini crescano schiavi del digitale.
Per interviste e informazioni contattare:
Dott. Antonio Marco Vitale
Responsabile Comunicazione Associazione Di.Te.
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