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Donne sempre meno sicure online, come aiutarle?

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6 donne su 10 non si sentono sicure online
6 donne su 10 non si sentono sicure online

Oggi è la Giornata in cui si festeggiano le donne, per il loro coraggio e per la determinazione che hanno mostrato (e mostrano) ogni giorno da tanti anni a questa parte. Quello di oggi, però, è un giorno simbolico: le donne vanno rispettate e valorizzate sempre. Anche online. Stando ai dati diffusi dall’Osservatorio sulla Violenza e gli Stereotipi di Genere di Terre des Hommes in collaborazione con la Community ScuolaZoo per la Campagna Indifesa, 6 donne su 10 non si sentono sicure online. È un dato che deve farci riflettere.

Nell’articolo pubblicato su Today, uno dei aspetti che colpisce di più riguarda la diffusione del sexting, la condivisione di foto intime con il proprio partner. Se 1 ragazza su 5 (il 19%) ammette di averlo praticato, 4 ragazze su 10 dicono di aver visto circolare foto e video intimi, o a sfondo sessuale, che le ritraggono o che mostrano amici in situazioni hot sui social network, o sui servizi di messaggistica. Tutto ciò che si fa online, è rischioso. Può avere conseguenze anche in futuro: fare prevenzione rendendo i giovani e gli adulti più consapevoli delle conseguenze, quindi, è quanto mai importante. Bisogna insegnare ai nostri figli delle regole di comportamento in rete, ma prima dobbiamo prima comprendere perché si mostrano senza pensarci su troppo. Indubbiamente, questi ragazzi hanno bisogno di conferme. E le tecnologie illudono di poterle avere in fretta. Dov’è finito il corpo, dov’è finita l’ascolto di ciò che racchiude? In questo tempo, si tende a dissociare le emozioni.

Lo ripeto ancora una volta: i genitori devono apprendere il come partecipare attivamente alla vita dei figli, informandosi su cos’è davvero la tecnologia. Perché non è un gioco, come molti ancora pensano. Bisogna riscoprire il potere del dialogo, utilizzando un linguaggio più vicino ai ragazzi, riducendo il gap generazionale. Ascoltare i loro bisogni, poi, è di fondamentale importanza: non minimizziamo i problemi che i figli portano alla nostra attenzione e diamo (e diamoci) regole chiare e precise sull’uso dello smartphone che non deve mai finire nelle mani dei ragazzi prima dei 13 anni.

Bisogna inoltre che prestiamo attenzione a tutti i segnali degli adolescenti, senza esercitare ossessivamente il controllo sul cellulare ma con presenza emotiva e affetto da donare alla vita dei nostri ragazzi. Il rispetto esercitato tutti i giorni, in fondo, inizia dalla conoscenza delle nostre emozioni e di quelle altrui.

Per non temere più le nuove tecnologie, e per farle diventare davvero amiche e preziosi strumenti capaci di semplificarci la vita, urge consapevolezza del fatto che ciò che è mediato da un video può avere effetti collaterali importanti. Torniamo a sentire le nostre emozioni e proviamo a esercitarci a sentire quelle degli altri. La rete non è un gioco. Va usata con capacità critica.

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