L'utilizzo delle nuove tecnologie per molestare, imbarazzare, intimorire, far sentire a disagio o escludere altre persone.
Con il termine cyberbullismo si intende descrivere il nuovo e dilagante fenomeno del bullismo online, ossia l’utilizzo delle nuove tecnologie e di strumenti elettronici, come chat, sms, foto, video, e mail, siti web e servizi di messaggistica istantanea, per perpetrare azioni aggressive e intenzionali eseguite in modo persistente con lo scopo deliberato di far male o danneggiare una persona, che non può difendersi facilmente.
I principali canali di aggressione utilizzati per il cyberbullismo con il cellulare sono SMS e le chiamate, mentre con Internet le modalità più frequenti di bullismo sono veicolate da email, messaggi istantanei e chat. Questi risultati sono in accordo con quanto riscontrato dalle recentissime ricerche internazionali. Anche se in Italia le forme più frequenti di aggressione elettronica sono date dall’uso di e-mail e messaggi istantanei, le forme più perturbanti di bullismo via Internet sono quelle che vengono praticate con l’uso di immagini mandate in rete.
L’utilizzo delle nuove tecnologie ha, infatti, comportato alcune specificità nel fenomeno come il renderlo estraneo ai limiti e ai vincoli temporali; mentre infatti nel bullismo tradizionale le vittime una volta rientrate a casa trovavano fine alle angherie che erano soliti incontrare nei contesti esterni, come a scuola, con il cyberbullismo le persecuzioni non finiscono mai, perché non vi sono più limiti temporali o geografici, ma con internet le prepotenze possono proseguire 24h su 24 e possono superare i confini spaziali fisici, attraverso messaggi, immagini e video offensivi i cui effetti risultano amplificati rispetto alle tradizionali prepotenze.
L’anonimato che la rete contribuisce a fornire, in questi casi, stimola inoltre nei cyberbulli un’alta disinibizione che li porta a manifestare atteggiamenti che nella vita reale probabilmente eviterebbero di mostrare. Mentre nelle forme di bullismo tradizionale solitamente i bulli sono studenti o compagni conosciuti dalla vittima i cyberbulli possono essere anonimi o fingersi tali in modo che la persona spesso non è neanche a conoscenza dell’identità di colui con cui sta interagendo.
L’assenza di feedback tangibili da parte della vittima ostacola la comprensione empatica della sofferenza molto di più di quanto avviene nel bullismo tradizionale dove il prepotente pur non prestando attenzione ai vissuti della vittima ha consapevolezza degli effetti delle proprie azioni.
Le statistiche ISTAT indicano che tra i ragazzi utilizzatori di cellulare e/o Internet, il 5,9% denuncia di avere subìto ripetutamente azioni vessatorie tramite sms, e-mail, chat o sui social network. Le ragazze sono più di frequente vittime di Cyberbullismo (7,1% contro il 4,6% dei ragazzi).
L’indagine conoscitiva sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia condotta dall’Eurispes per il Telefono Azzurro nel 2012 ha rilevato che più di un bambino su 10, nella fascia di età tra i 7 e gli 11 anni, ha trovato online sue foto private (12,4%), o sue foto che lo mettevano in imbarazzo (10,3%). L’8,3% ha visto pubblicati video privati, mentre il 7,1% ha trovato rivelazioni su propri fatti personali e il6,7% ha trovato video in cui egli stesso era presente e che lo hanno messo in imbarazzo.
Secondo i dati Eurispes, oltre 1 adolescente su 4 (25,9%) afferma di aver ricevuto sms/mms/video a sfondo sessuale. Il 12,3% degli adolescenti ammette di aver inviato sms/mms/video a sfondo sessuale.